Dobbiamo spiegare per quale motivo Freud si presenta nella storia
della psicologia europea come un paradosso. Egli ha dato vita ad una tradizione
psicologica dal punto di vista
teorico e applicativo che si chiama Psicoanalisi.
La psicologia ha come oggetto gli sati di coscienza: per gli psicologi
come Wundt e per gli strutturalisti
europei l’oggetto della psicologia è la COSCIENZA, non esistono altri
elementi psichici che non ricadono nel campo della coscienza.
Quando poi ci trasferiamo in America, con Watson, passeremo alla
coscienza negata al comportamento.
Una posizione come quella freudiana è straordinaria rispetto a questo
modo di intendere la ricerca psicologica; non abbiamo ancora preso in conto l’altro
aspetto della triade dei tre indirizzi della ricerca psicologica, quella che
parte da Lipsia e va in America e si svilupperà come comportamentismo, quello
che rimane in Europa e conserva il diritto a studiare la MENTE , il mentale
nelle ricerche europee.
Filone dell’opposizione COSCIENZA-INCONSCIO. Questa opposizione sembra
paradossale perché avviene negli stessi anni
e nella stessa Europa: Wundt lavora a Lipsia e Freud lavora a Vienna.
Freud è il padre della PSICOANALISI, medico, di religione ebraica. Al tempo
di Freud il popolo ebraico non aveva una terra poiché vigeva la Diaspora;
questo popolo si trova nello stato di Israele, ottenuto dopo una lunga lotta, ancora non finita, tra popolo ebreo e popolo
palestinese.
Freud nasce nella cultura ebraica e la porta dentro di sé, segnando il
suo modo di intendere la realtà. Egli non appartiene ad una famiglia ricca e
comincia la sua attività di ricerca in ambito molto distante da quella che sarà
la sua specialità: comincia come neuro anatomista, cioè si occupa dell’anatomia
del sistema nervoso; è però attento alle cose che succedono in Europa in quel
momento storico. Da una parte c’è una tradizione medica fortemente legata all’opzione
organicista e meccanicista. La tradizione medica europea si configura come una
tradizione RAZIONALISTA, cioè l’individuazione del danno della patologia è messa sempre in relazione al DANNO DELL’ORGANISMO,
non è possibile che vi sia una patologia se non si individua l’organo ferito,
alterato. Esempio più tipico è la carie per i denti: il mal di denti è un
sintomo che da luogo alla ricerca della causa
di quel sintomo (carie). Il sintomo è un danno d’organo (dente) che si rimuove
curando la carie o estraendo il dente, passa il dolore e si ritorna alla
normalità. NORMALITA’: perfetto equilibrio fra salute dell’organo e salute del
soggetto. Esistono delle patologie o malattie
per le quali non è individuabile il danno d’organo: è quello che accade
ancora oggi quando andiamo dal medico perché
abbiamo una qualche difficoltà e lui ci risponde che non è niente, è un fatto
nervoso e non si capisce bene cosa sia. Esistono una serie di patologie per le
quali non è individuabile il danno d’organo. Al tempo di Freud, nell’ambito
delle patologie mentali erano esasperate le osservazioni catalogate come
sindromi isteriche. Cos’è l’isteria o gli isterismi?gli attacchi isterici e le
patologie isteriche sono di tipo organico , non si presentano come eventi
psichici (cioè come variazioni dell’umore). Ad esempio la paralisi: la persona
non cammina o non articola le braccia, oppure ha delle cefalee indomabili che
non rispondono a nessun aiuto farmacologico ed ha delle nausee continue, ancora
può avere strema sensibilità della cute oppure anestesia (cioè non sente alcun
dolore). Sono patologie evidenti per le quali non esistono correlati organici, danni
d’organo, sono solo apparentemente patologie organiche. Altro esempio simile sono le gravidanze
isteriche, che possiamo osservare anche negli animali; è il vivere l’attesa di
un bambino, con l’ingrossamento dell’addome, l’aumento di peso, tutte
caratteristiche di una gravidanza in assenza della stessa. Tali sintomi sono
allarmanti perche “teatrali”, fanno impressione perché la gente (i parenti) si
preoccupa. La medicina ufficiale del secolo scorso non conosce un danno d’organo per cui inizia a profilarsi la nozione di
DANNO FUNZIONALE cioè non legato ad un organo ma alla funzione: es. motoria,
dovuto alla incapacità di deglutire.. le funzioni sono danneggiate ma l’organo
è sano. Accanto alla certezza che tutte
le patologie abbiano una causa organica,
emerge la consapevolezza che non tutte le patologie riconoscono una causa organica. Su queste
patologie inizia a profilarsi in medicina l’approccio dinamico accanto a quello
organico. Freud s’incuriosisce ed inizia a studiare tali fenomeni; si reca
anche in Francia da Charcot e Bernaim, risiede presso di loro ed inizia a
studiare una tecnica terapeutica, da loro utilizzata, chiamata IPNOSI. È uno
stato di veglia e di coscienza alterata in cui il soggetto è ancora
presente ma non controlla quello che gli
accade intorno, tant’è vero che all’apparenza sembra dormire, però è ricettivo
agli stimoli esterni e particolarmente a quelli dell’ipnotizzatore. Freud
osservò i fenomeni di alterata funzionalità dei pazienti sotto ipnosi, avviando
una ricerca che durò per tutta la vita, scoprendo che i contenuti psichici che
causavano le alterazioni funzionali degli organismi erano “conservate” nell’inconscio,
non vissuti e/o non elaborati in quanto legati ad emozioni negative (e potevano
venire indagati soltanto attraverso l’ipnosi). Dovette abbandonarla a causa
della persecuzione nazista, rifiutando di lasciare Vienna finché poté;
proseguirà la ricerca la figlia Anna, trasferitasi a Londra.
Freud studiò l’inconscio legato alle pulsioni e alle emozioni, ma intuì
che era un mondo fatto anche di rappresentazioni e di conoscenze, che entravano
in gioco nella diade medico-analista/paziente. Indagò anche sul transfert
emozionale, sulla resistenza all’ipnosi
e si pose anche il problema del contro-transfert. Lasciò l’ipnosi in
quanto la considerava una tecnica che lascia molti problemi in sospeso, in
quanto i problemi emergenti dalla relazione con il paziente non si affrontano da
vicino. L’ipnosi aiuta Freud solo all’inizio della sua carriera di ricercatore,
dopodiché la tecnica viene modificata. Quando parliamo di psicoterapia facciamo
riferimento ad una tecnica terapeutica messa in atto da tanti specialisti che hanno alle spalle
scuole diverse. I comportamentisti hanno una tecnica terapeutica di tipo
cognitivo-comportamentale; per i gestaltisti la tecnica utilizzata è la
psicoterapia-gestalt, i transazionalisti hanno l’analisi transazionale con cui
indagano negli stati dell’Io, ecc.; per la scuola analitica la tecnica
utilizzata è la psicoterapia analitica (freudiana, Junghiana, frommiana, ecc. ).
La psicoterapia analitica è molto lunga e dispendiosa, coinvolgente, può durare
tutta la vita. Quando parliamo della psicoanalisi di Freud ci riferiamo ad un
tipo ti tecnica ortodossa: la psicoanalisi odierna non è più quella di Freud, ci
sono altri approcci che fanno riferimento alle relazioni interpersonali, alla
comunicazione, ecc., per cui mettono in atto altre tecniche.
Freud, nella sua produzione e ricerca scientifica, si dedica alla
TEORIA DELLA PERSONALITA’, alla TEORIA DELLA NEVROSI (o malattia mentale) ed
alla TECNICA TERAPEUTICA, utilizzata per restituire la salute ed il benessere
psichico a chi lo ha smarrito.
Il laboratorio di Freud è il lettino del paziente: egli non applica
una teoria pre-costituita, ma la perfeziona via via che incontra problematiche
che gli suscitano dubbi. La PSICOANALISI cresce come teoria della personalità,
con una serie di cambiamenti che avvengono al suo interno. La teoria della
NEVROSI (o malattia mentale) cresce man mano che Freud applica la tecnica terapeutica.
Egli parte dall’ipnosi per poi passare al metodo delle libere associazioni (nel
senso di libere dal controllo della coscienza).alla fine del 1900 scoprirà il
significato dei sogni. L’inconscio nasce quando Freud si interroga sull’esistenza
di zone che non sono propriamente coincidenti con la coscienza: la coscienza,
il pre-conscio (o sub-conscio) e l’inconscio. Il primo è lo stato di
veglia o vigilanza, la consapevolezza. Il
secondo è quella parte di noi che non è presente alla coscienza, sono i nostri
ricordi, avvenuti in altro momento, che vengono attinti dalla coscienza con uno
sforzo di concentrazione. Nel terzo stato vanno a collocarsi avvenimenti della nostra vita, emozioni, sentimenti,
stati d’animo, che non riusciamo a richiamare in nessun modo alla memoria, poiché
sono “conservati” nell’inconscio e quindi non sono accessibili dalla persona se
non dietro l’aiuto del terapeuta. I problemi della resistenza, del transfert, pongono Freud di fronte ad un
ostacolo poiché non è facile portare fuori con la tecnica dell’ipnosi solo quello
che l’analista vuole. La vita è libera e dentro ciascuno di noi ci sono forze
opposte e conflittuali, grazie alle
quali il paziente si oppone e resiste,
non accoglie l’invito dell’analista:
sono forze intrapsichiche di cui neanche il paziente è consapevole. Freud
allora modifica la prima topica in
seconda topica e cambia completamente lo scenario. Nella seconda topica esprime
gli stessi concetti azzerando il pre-conscio, che appartiene ormai alla dinamica
dell’io: ES, Io, Super io. Queste sono tre istanze conflittuali , cioè gli
interessi dell’uno non vanno d’accordo
con quelli dell’altro e in più a
queste conflittualità intrapsichiche si aggiunge anche la conflittualità
interpersonale o con l’ambiente sociale nel quale viviamo. Secondo Freud un
uomo è costituito da almeno tre distinte province della mente: Es, Io e Super
Io e ognuna di queste ha sue regole proprie.
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