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lunedì 14 maggio 2012

Freud e la psicoanalisi ( prima parte)


Dobbiamo spiegare per quale motivo Freud si presenta nella storia della psicologia europea come un paradosso. Egli ha dato vita ad una tradizione psicologica  dal punto di vista teorico  e applicativo  che si chiama Psicoanalisi.
La psicologia ha come oggetto gli sati di coscienza: per gli psicologi come Wundt e per gli strutturalisti  europei l’oggetto della psicologia è la COSCIENZA, non esistono altri elementi psichici che non ricadono nel campo della coscienza.
Quando poi ci trasferiamo in America, con Watson, passeremo alla coscienza negata al comportamento.
Una posizione come quella freudiana è straordinaria rispetto a questo modo di intendere la ricerca psicologica; non abbiamo ancora preso in conto l’altro aspetto della triade dei tre indirizzi della ricerca psicologica, quella che parte da Lipsia e va in America e si svilupperà come comportamentismo, quello che rimane in Europa e conserva il diritto a studiare la MENTE , il mentale nelle ricerche europee.
Filone dell’opposizione COSCIENZA-INCONSCIO. Questa opposizione sembra paradossale perché avviene negli stessi anni  e nella stessa Europa: Wundt lavora a Lipsia e Freud lavora a Vienna.
Freud è il padre della PSICOANALISI, medico, di religione ebraica. Al tempo di Freud il popolo ebraico non aveva una terra poiché vigeva la Diaspora; questo popolo si trova nello stato di Israele, ottenuto dopo una lunga lotta,  ancora non finita, tra popolo ebreo e popolo palestinese.
Freud nasce nella cultura ebraica e la porta dentro di sé, segnando il suo modo di intendere la realtà. Egli non appartiene ad una famiglia ricca e comincia la sua attività di ricerca in ambito molto distante da quella che sarà la sua specialità: comincia come neuro anatomista, cioè si occupa dell’anatomia del sistema nervoso; è però attento alle cose che succedono in Europa in quel momento storico. Da una parte c’è una tradizione medica fortemente legata all’opzione organicista e meccanicista. La tradizione medica europea si configura come una tradizione RAZIONALISTA, cioè l’individuazione del danno  della patologia  è messa sempre in relazione al DANNO DELL’ORGANISMO, non è possibile che vi sia una patologia se non si individua l’organo ferito, alterato. Esempio più tipico è la carie per i denti: il mal di denti è un sintomo  che da luogo alla ricerca della causa di quel sintomo (carie). Il sintomo è un danno d’organo (dente) che si rimuove curando la carie o estraendo il dente, passa il dolore e si ritorna alla normalità. NORMALITA’: perfetto equilibrio fra salute dell’organo e salute del soggetto. Esistono delle patologie o malattie  per le quali non è individuabile il danno d’organo: è quello che accade ancora oggi quando andiamo dal medico  perché abbiamo una qualche difficoltà e lui ci risponde che non è niente, è un fatto nervoso e non si capisce bene cosa sia. Esistono una serie di patologie per le quali non è individuabile il danno d’organo. Al tempo di Freud, nell’ambito delle patologie mentali erano esasperate le osservazioni catalogate come sindromi isteriche. Cos’è l’isteria o gli isterismi?gli attacchi isterici e le patologie isteriche sono di tipo organico , non si presentano come eventi psichici (cioè come variazioni dell’umore). Ad esempio la paralisi: la persona non cammina o non articola le braccia, oppure ha delle cefalee indomabili che non rispondono a nessun aiuto farmacologico ed ha delle nausee continue, ancora può avere strema sensibilità della cute oppure anestesia (cioè non sente alcun dolore). Sono patologie evidenti per le quali non esistono correlati organici, danni d’organo, sono solo apparentemente patologie organiche.  Altro esempio simile sono le gravidanze isteriche, che possiamo osservare anche negli animali; è il vivere l’attesa di un bambino, con l’ingrossamento dell’addome, l’aumento di peso, tutte caratteristiche di una gravidanza in assenza della stessa. Tali sintomi sono allarmanti perche “teatrali”, fanno impressione perché la gente (i parenti) si preoccupa. La medicina ufficiale del secolo scorso non conosce un danno d’organo  per cui inizia a profilarsi la nozione di DANNO FUNZIONALE cioè non legato ad un organo ma alla funzione: es. motoria, dovuto alla incapacità di deglutire.. le funzioni sono danneggiate ma l’organo è sano. Accanto alla certezza che  tutte le patologie  abbiano una causa organica, emerge la consapevolezza che non tutte le patologie  riconoscono una causa organica. Su queste patologie inizia a profilarsi in medicina l’approccio dinamico accanto a quello organico. Freud s’incuriosisce ed inizia a studiare tali fenomeni; si reca anche in Francia da Charcot e Bernaim, risiede presso di loro ed inizia a studiare una tecnica terapeutica, da loro utilizzata, chiamata IPNOSI. È uno stato di veglia e di coscienza alterata in cui il soggetto è ancora presente  ma non controlla quello che gli accade intorno, tant’è vero che all’apparenza sembra dormire, però è ricettivo agli stimoli esterni e particolarmente a quelli dell’ipnotizzatore. Freud osservò i fenomeni di alterata funzionalità dei pazienti sotto ipnosi, avviando una ricerca che durò per tutta la vita, scoprendo che i contenuti psichici che causavano le alterazioni funzionali degli organismi erano “conservate” nell’inconscio, non vissuti e/o non elaborati in quanto legati ad emozioni negative (e potevano venire indagati soltanto attraverso l’ipnosi). Dovette abbandonarla a causa della persecuzione nazista, rifiutando di lasciare Vienna finché poté; proseguirà la ricerca la figlia Anna, trasferitasi a Londra.
Freud studiò l’inconscio legato alle pulsioni e alle emozioni, ma intuì che era un mondo fatto anche di rappresentazioni e di conoscenze, che entravano in gioco nella diade medico-analista/paziente. Indagò anche sul transfert emozionale, sulla resistenza all’ipnosi  e si pose anche il problema del contro-transfert. Lasciò l’ipnosi in quanto la considerava una tecnica che lascia molti problemi in sospeso, in quanto i problemi emergenti dalla relazione con il paziente non si affrontano da vicino. L’ipnosi aiuta Freud solo all’inizio della sua carriera di ricercatore, dopodiché la tecnica viene modificata. Quando parliamo di psicoterapia facciamo riferimento ad una tecnica terapeutica messa in atto  da tanti specialisti che hanno alle spalle scuole diverse. I comportamentisti hanno una tecnica terapeutica di tipo cognitivo-comportamentale; per i gestaltisti la tecnica utilizzata è la psicoterapia-gestalt, i transazionalisti hanno l’analisi transazionale con cui indagano negli stati dell’Io, ecc.; per la scuola analitica la tecnica utilizzata è la psicoterapia analitica (freudiana, Junghiana, frommiana, ecc. ). La psicoterapia analitica è molto lunga e dispendiosa, coinvolgente, può durare tutta la vita. Quando parliamo della psicoanalisi di Freud ci riferiamo ad un tipo ti tecnica ortodossa: la psicoanalisi odierna non è più quella di Freud, ci sono altri approcci che fanno riferimento alle relazioni interpersonali, alla comunicazione, ecc., per cui mettono in atto altre tecniche.
Freud, nella sua produzione e ricerca scientifica, si dedica alla TEORIA DELLA PERSONALITA’, alla TEORIA DELLA NEVROSI (o malattia mentale) ed alla TECNICA TERAPEUTICA, utilizzata per restituire la salute ed il benessere psichico a chi lo ha smarrito.
Il laboratorio di Freud è il lettino del paziente: egli non applica una teoria pre-costituita, ma la perfeziona via via che incontra problematiche che gli suscitano dubbi. La PSICOANALISI cresce come teoria della personalità, con una serie di cambiamenti che avvengono al suo interno. La teoria della NEVROSI (o malattia mentale) cresce man mano che Freud applica la tecnica terapeutica. Egli parte dall’ipnosi per poi passare al metodo delle libere associazioni (nel senso di libere dal controllo della coscienza).alla fine del 1900 scoprirà il significato dei sogni. L’inconscio nasce quando Freud si interroga sull’esistenza di zone che non sono propriamente coincidenti con la coscienza: la coscienza, il pre-conscio (o sub-conscio) e l’inconscio. Il primo è lo stato di veglia  o vigilanza, la consapevolezza. Il secondo è quella parte di noi che non è presente alla coscienza, sono i nostri ricordi, avvenuti in altro momento, che vengono attinti dalla coscienza con uno sforzo di concentrazione. Nel terzo stato vanno a collocarsi avvenimenti  della nostra vita, emozioni, sentimenti, stati d’animo, che non riusciamo a richiamare in nessun modo alla memoria, poiché sono “conservati” nell’inconscio e quindi non sono accessibili dalla persona se non dietro l’aiuto del terapeuta. I problemi della resistenza, del  transfert, pongono Freud di fronte ad un ostacolo poiché non è facile portare fuori con la tecnica dell’ipnosi solo quello che l’analista vuole. La vita è libera e dentro ciascuno di noi ci sono forze opposte   e conflittuali, grazie alle quali  il paziente si oppone e resiste, non accoglie l’invito  dell’analista: sono forze intrapsichiche di cui neanche il paziente è consapevole. Freud allora modifica la prima topica  in seconda topica e cambia completamente lo scenario. Nella seconda topica esprime gli stessi concetti azzerando il pre-conscio, che appartiene ormai alla dinamica dell’io: ES, Io, Super io. Queste sono tre istanze conflittuali , cioè gli interessi dell’uno non vanno d’accordo  con quelli dell’altro  e in più a queste conflittualità intrapsichiche si aggiunge anche la conflittualità interpersonale o con l’ambiente sociale nel quale viviamo. Secondo Freud un uomo è costituito da almeno tre distinte province della mente: Es, Io e Super Io e ognuna di queste ha sue regole proprie.

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