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lunedì 21 maggio 2012

Il perché del turismo sostenibile


di Giuseppina D’Auria

L’articolo muove dalla considerazione che il turismo può costituire un importante fattore di benessere economico e di sviluppo sociale per i territori rurali, e in particolare per quelli dotati di accentuate diversità naturali e culturali come è il caso delle aree protette, ma può anche produrre effetti di segno negativo sull'ambiente e sulle comunità insediate.
Se è vero infatti che i processi degradativi, e tra questi l'inquinamento, vanno considerati come un'alterazione dell'equilibrio ambientale dovuta all'emissione dall'esterno di agenti modificatori, è vero anche che il turismo può essere stimato come uno dei potenziali agenti di inquinamento dell'ambiente di cui va ad interessare sia gli aspetti fisici che quelli propriamente socio-culturali.
Il più noto effetto a livello sistemico dell'inquinamento prodotto dal turismo è la banalizzazione, ovvero la perdita di specificità e qualità ambientale.
Di conseguenza è necessario avviare una politica di turismo sostenibile, capace di soddisfare le aspettative di residenti e visitatori senza abbassare il livello delle esperienze ad esso collegate, in grado di salvaguardare e sviluppare i valori del territorio su cui si esplica.
Gli obiettivi generali del turismo sostenibile sono i seguenti:
1 - rafforzare la consapevolezza e la fiducia dei visitatori nella politica di turismo sostenibile;
2 - informare e coinvolgere gli operatori pubblici e privati anche mediante la redazione di una "Carta del turismo sostenibile";
3 - gestire i marchi di qualità al fine di contenerne la proliferazione;
4 - perseguire l'equilibrio tra tradizione e standardizzazione difendendo la "diversità" ed evitando l'imposizione di modelli uniformi;
5 - creare incentivi per le imprese turistiche
6 - riconoscere il valore economico del paesaggio individuando nelle attività primarie uno dei principali strumenti di tutela e gestione dello stesso;
7 - prendere in considerazione l'intera "area turistica" adottando un approccio "olistico" e non settoriale al turismo;
8 - evitare la conservazione assoluta in quanto posizioni rigidamente conservazioniste sono difficilmente accettabili sul mercato;
9 - rafforzare il turismo estero avviando attività in grado di sollecitare il mercato turistico internazionale.
Si suggeriscono le seguenti strategie quadro, prioritarie, da perseguire per l'affermazione nel territorio di una qualsiasi Comunità Montana un turismo sostenibile, integrato all'ambiente promotore di nuova imprenditorialità attraverso un Piano di Sviluppo. La costruzione del sistema di offerta deve tenere conto di diverse variabili:
- Realizzazione di un sistema ricettivo adatto ad ospitare i vari tipi di utenza;
- Strutturazione dell'offerta di beni e servizi diversificata per ambiti territoriali e concepita come una rete interconnessa a livello territoriale;
- Qualificazione del sistema di informazione e accompagnamento con la professionalizzazione e l'avvio all'attività di operatori locali .
La sollecitazione della domanda si basa sulle seguenti attività:
- Creazione di strumenti di promozione quali guide, cataloghi, depliant a larga diffusione;
- Apertura di un sito Internet apposito per il turismo nel territorio delle Comunità Montane;
- Promozione del prodotto in tutte le fiere specializzate dedicate al turismo e al tempo libero;
- Studio di forme di incentivazione del turismo sociale per le basse stagioni;
- Avvio di campagne pubblicitarie nelle grandi aree metropolitane del Mezzogiorno;
- Sensibilizzazione delle Associazioni culturali e ambientali.

L’animazione economica è supportata da:

- Coinvolgimento della popolazione e partenariato a livello locale
- Monitoraggio delle azioni di consolidamento e continuità del Programma d'azione per il turismo sostenibile
- Collegamento sinergico con la Pianificazione territoriale in atto (Ente Parco, Progetti Leader+, Patti territoriali, ecc.).
Ritengo che gli Enti regionali preposti alla tutela ambientale e allo sviluppo e sostegno delle attività biocompatibili dovrebbero adottare un vero e proprio "modello" di sviluppo turistico compatibile, da monitorare e tarare nel tempo, sulla base dell'esperienza e dei processi di co-pianificazione e di concertazione, con la eventuale presenza dei Parchi Nazionali delle Comunità Montane, attivandosi con gli altri enti di governo del territorio e con le forze economiche, sociali e culturali locali.

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