Translate

lunedì 21 maggio 2012

LA FORMAZIONE E L’EUROPA


di Giuseppina D’Auria

Se l'istruzione è una delle preoccupazione principali dei Governi di tutti i Paesi europei, le strutture dei sistemi educativi variano in misura considerevole a seconda dei paesi e anche all'interno degli stessi. L'Unione europea (UE)[1] è una sede ideale per lo scambio di idee e buone procedure. Essa non ha una politica educativa comune, il suo ruolo è invece quello di creare una reale cooperazione fra gli Stati membri tutelando ogni Stato membro in materia di contenuti e di organizzazione dei propri sistemi d'istruzione e di formazione. L'UE può offrire quanto segue :
·                 programmi multinazionali in materia d'istruzione, di formazione e di giovani
·                 programmi di scambio e opportunità di apprendimento all'estero
·                 progetti innovativi di insegnamento e apprendimento
·                 reti di competenze in campo accademico e professionale
·                 un quadro di riferimento per affrontare questioni comuni, quali le nuove tecnologie nell'istruzione e il riconoscimento internazionale delle qualifiche
·                 una piattaforma di dialogo e di concertazione per effettuare confronti e analisi comparative e per formulare politiche.
Questa dimensione europea completa l'azione dei vari Stati membri. L'approccio che ne deriva riguarda tutte le classi, gli insegnanti, i genitori, gli studenti, i direttori, i rettori di università, le organizzazioni professionali, gli esperti e ministri, nonché la formazione in tutte le sue forme e a tutte le età.
La Commissione europea e la sua Direzione generale Istruzione e cultura[2]deve affrontare la sfida di contribuire a preservare il meglio delle diverse esperienze educative europee, utilizzandola per innalzare gli standard, rimuovere gli ostacoli alle opportunità di apprendimento e rispondere alle esigenze formative del XXI secolo”.
La base giuridica: nell'Unione europea ogni Stato membro assume la piena responsabilità dell'organizzazione dei propri sistemi d'istruzione e del contenuto dei programmi, in virtù del "principio di sussidiarieta’". Secondo gli articoli 149 e 150[3] del Trattato “la Comunità ha il compito di contribuire allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione fra gli Stati membri e, se necessario, sostenendo e integrando la loro azione, in particolare per sviluppare la dimensione europea dell'istruzione, favorire la mobilità e promuovere la cooperazione europea fra gli istituti scolastici e universitari”.
Nello spirito di questi articoli, l'Unione Europea non intende quindi attuare una "politica comune" dell'istruzione. Essa dispone tuttavia di mezzi specifici per favorire la cooperazione in questo campo con azioni a livello europeo:
da un lato, i programmi d'azione comunitari come SOCRATES (per l'istruzione) o LEONARDO DA VINCI (per la formazione professionale) che si basano su una codecisione a livello europeo tra il Consiglio e il Parlamento;
dall'altro, atti giuridici comunitari destinati a promuovere la cooperazione politica fra gli Stati membri, raccomandazioni, comunicazioni (p. es. sulla valutazione della qualità dell'istruzione scolastica e universitaria o la cooperazione con i paesi terzi), documenti di lavoro, progetti pilota, ecc.
La cooperazione fra stati membri[4]: Nel campo dell'istruzione e della formazione, questa forma di cooperazione politica si è sviluppata soprattutto nel corso degli ultimi anni e in particolare in seguito al Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000. Di fronte ai profondi mutamenti derivanti dalla mondializzazione e dalla società dell'informazione, l'Unione europea ha annunciato a Lisbona il suo nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
Per questo occorrono grandi cambiamenti, in particolare il rafforzamento della cooperazione politica nel campo dell'istruzione e della formazione. A tal fine è stato preparato un programma di lavoro dettagliato sugli obiettivi futuri dei sistemi d'istruzione e di formazione. Per attuarlo si ricorrerà al «metodo di coordinamento aperto» tra gli Stati membri, anch'esso definito a Lisbona. Questo nuovo strumento riflette la speranza di vedere politiche coerenti svilupparsi in Europa in settori come l'istruzione, in cui è esclusa ogni "politica comune", ma esiste l'esigenza di uno "spazio europeo dell'istruzione". Il Consiglio europeo di Barcellona (marzo 2002) ha rafforzato queste ambizioni, affermando che l'istruzione è una delle basi del modello sociale europeo e che i sistemi europei dovranno diventare entro il 2010 un riferimento di qualità mondiale.
Sulla base di una proposta della Commissione e di contributi degli Stati membri, il 12 febbraio 2001 il Consiglio ha adottato la "relazione sui futuri obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione"[5]. È il primo documento che delinea un approccio globale e coerente delle politiche nazionali nel settore dell'istruzione a livello dell'Unione europea, incentrato su tre obiettivi:
·                 migliorare la qualità dei sistemi d'istruzione e di formazione;
·                 facilitare l'accesso di tutti all'istruzione e alla formazione;
·                 aprire sul mondo i sistemi d'istruzione e di formazione.
La relazione è stata approvata nel marzo 2001 dal Consiglio europeo di Stoccolma, che ha richiesto la preparazione di un programma di lavoro dettagliato adottato il 14 febbraio 2002.
Questa nuova strategia ha reso necessario un metodo innovativo, definito come metodo di cooperazione aperta. Si tratta di un metodo che rispettando la ripartizione dei poteri prevista dai trattati, fornisce un nuovo quadro di cooperazione tra gli Stati membri, al fine di far convergere le politiche nazionali per realizzare determinati obiettivi condivisi da tutti. Esso si basa principalmente sui punti seguenti:
·                 individuazione e definizione comune di obiettivi da raggiungere;
·                 strumenti di misura definiti in comune (statistiche, indicatori) che permettano agli Stati membri di valutare la propria situazione e di seguire l'evoluzione verso gli obiettivi fissati;
·                 strumenti di cooperazione comparativi che stimolino l'innovazione, la qualità e la pertinenza dei programmi d'insegnamento e di formazione (diffusione di « buone pratiche », progetti pilota, ecc.)
Un altro elemento chiave di tale strategia è rappresentato dall'istruzione e dalla formazione durante l'intero arco della vita; questo elemento ha un'importanza fondamentale non solo per la competitività e per la capacità d'inserimento professionale, ma anche per l'integrazione sociale, la cittadinanza attiva e l'autorealizzazione personale.
In seguito all'adozione, da parte della Commissione, della comunicazione intitolata Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente[6], l'apprendimento permanente è divenuto un principio guida per l'elaborazione della politica in materia di istruzione e formazione. La comunicazione contiene una serie di proposte concrete volte a fare diventare l'apprendimento permanente una realtà per tutti.
La nozione di apprendimento permanente comprende l'apprendimento a fini personali, civici e sociali nonché a fini occupazionali. Esso può svolgersi nei luoghi più svariati, sia all'interno che all'esterno dei tradizionali circuiti di istruzione e formazione. L'apprendimento permanente implica un aumento degli investimenti in capitale umano e in conoscenza, la promozione dell'acquisizione di capacità basilari (tra cui nozioni informatiche di base) nonché l'ampliamento delle opportunità di seguire forme di insegnamento innovative e più flessibili. L'obiettivo è offrire a persone di ogni età l'opportunità di accedere, su basi paritarie e aperte, a offerte di istruzione di alta qualità e ad un ampio ventaglio di esperienze di apprendimento disseminate in tutta Europa. I sistemi dell'istruzione svolgeranno un ruolo chiave nel trasformare tale visione in realtà. Non a caso la comunicazione sottolinea la necessità che gli Stati membri trasformino i tradizionali sistemi di istruzione e formazione al fine di abbattere le barriere tra diverse forme di apprendimento.
In questa nuova strategia di cooperazione a livello europeo, la mobilità svolge da diversi anni un ruolo di primo piano. Nel 1996 la Commissione ha pubblicato un primo Libro Verde[7] sugli ostacoli alla mobilità. Oggi appare evidente che i risultati dei programmi comunitari hanno indotto una volontà generale di incentivare la mobilità internazionale. Ad esempio, nella primavera del 2000, i ministri dell'Istruzione dei paesi del G8 (Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Russia) riferendosi al successo del programma Erasmus, si sono impegnati a raddoppiare la mobilità di studenti, docenti, ricercatori e personale amministrativo nel settore dell'istruzione entro il 2010.
Tale volontà generale di dare libero corso alla mobilità internazionale si è concretizzata in una raccomandazione[8] del Parlamento europeo e del Consiglio, adottata nel luglio del 2001, e nel piano d'azione[9] in materia di competenze e di mobilità, nel febbraio del 2002. Tale piano d'azione invita gli Stati membri, le imprese e i lavoratori a rispondere in maniera più incisiva alle nuove esigenze del mercato del lavoro e rivolge ai governi europei l'invito a perseguire un obiettivo concreto a breve termine: la creazione di una carta europea di assicurazione malattia.
Nonostante i sorprendenti risultati ottenuti (oggi gli studenti che hanno partecipato a ERASMUS sono più di un milione) uno dei principali ostacoli per coloro che desiderano lavorare o frequentare scuole in un altro paese dell'UE oppure spostarsi da un settore all'altro del mercato del lavoro consiste nella difficoltà di vedere riconosciute e accettate le proprie qualifiche e competenze. Tale situazione è ulteriormente complicata dalla proliferazione delle qualifiche a livello mondiale, dalla diversità dei sistemi nazionali di qualificazione e delle strutture di istruzione e formazione, nonché dalle modifiche regolari apportate a tali sistemi. Per affrontare questi ostacoli l'UE ha introdotto numerosi strumenti volti a facilitare il trasferimento delle qualifiche e delle competenze a fini accademici o professionali.
Per quanto riguarda trasparenza e riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche per fini accademici, la rete dei Centri nazionali d'informazione sul riconoscimento accademico (NARIC) creata nel 1984 su iniziativa della Commissione, copre tutti gli Stati membri dell'UE e dello Spazio economico europeo (SEE), tutti i paesi associati nell'Europa centrale e orientale, nonché Cipro e Malta. Tali centri forniscono informazioni e consulenze valide in materia di riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio effettuati all'estero. Per contro, per quanto riguarda trasparenza e riconoscimento a fini professionali, una rete di Punti di riferimento nazionali per le qualifiche professionali viene attualmente realizzata negli Stati membri; essa rappresenterà il primo punto di contatto per le questioni relative alle qualifiche professionali.
La Commissione e gli Stati membri hanno del pari sviluppato un certo numero di strumenti per favorire il trasferimento e la trasparenza delle qualifiche e delle competenze; si tratta in particolare:
·       del supplemento al diploma[10] e supplemento del certificato per le qualifiche professionali
·       del sistema europeo di trasferimento di corsi capitalizzabili (ECTS) per il riconoscimento dei periodi di studio all'estero
·       del modello europeo di curriculum vitae[11] (CV) per consentire una presentazione semplice ed efficace delle qualifiche e delle competenze individuali.
·       dell' EUROPASS[12], il passaporto indicante le conoscenze e le esperienze acquisite in contesti formali e non formali.
Nell'ambito del processo di Bruges[13] per una maggiore cooperazione nel campo dell'istruzione e della formazione professionale, l'intento è quello di sviluppare una strategia integrata, raccogliendo in un unico strumento agevole gli strumenti menzionati in precedenza per la trasparenza di certificati e diplomi. Il processo di Bruges risponde al mandato di Barcellona di rendere il sistema europeo di istruzione e formazione un sistema di riferimento a livello mondiale entro il 2010. Tale processo sostiene lo sviluppo della trasparenza e della fiducia reciproca quali principi alla base di un migliore riconoscimento di qualifiche e competenze, nonché la qualità dell'istruzione e della formazione professionale europea, in termini di condizione e reputazione. Lo sviluppo di questo processo ha origine "dalla base" con il pieno coinvolgimento delle parti sociali e sosterrà lo sviluppo di qualifiche e competenze a livello settoriale.
Il riconoscimento professionale nelle professioni regolate è coperto da una serie di direttive[14] che specificano i diritti dei singoli cittadini nel campo delle qualifiche. Tale gruppo di direttive sarà presto sostituito da un'unica direttiva che coprirà tutte le professioni regolate.
Anche se il contenuto e l'organizzazione degli studi restano di competenza degli Stati membri, la Comunità, in conformità all'articolo 149 del Trattato di Amsterdam, incoraggia l'apprendimento delle nuove tecnologie.
L'apprendimento di tali tecnologie costituisce una priorità in una società in costante evoluzione. La Commissione ha messo a punto uno schema d'azione denominato eLearning: pensare l'istruzione di domani. Tale schema di azione, facente parte di un grande Piano d'azione eEurope[15] approvato nel giugno 2000, è destinato ad accelerare la realizzazione di un'infrastruttura di grande qualità ad un costo ragionevole, promuovere la formazione e la cultura digitale in generale e rafforzare la cooperazione e i collegamenti a tutti i livelli - locale, regionale, nazionale ed europeo - tra tutti i settori interessati, dalle scuole e dagli istituti di formazione ai fornitori di attrezzature, contenuti e servizi.
Un piano d'azione eLearning[16] adottato dalla Commissione nel marzo 2001 ha fornito una piattaforma importante alla cooperazione europea. Si stanno mettendo in campo un'ampia gamma di risorse UE, dai programmi per l' istruzione[17], la formazione[18] , i giovani[19] e la ricerca[20], al Fondo europeo per lo sviluppo regionale[21], al Fondo sociale europeo[22] e alla Banca europea per gli investimenti; inoltre, l'azione Minerva nel quadro del programma Socrates riguarda nello specifico l'utilizzo delle nuove tecnologie nell'insegnamento.
Istruzione: Ogni anno, centinaia di migliaia di persone in tutta Europa sfruttano l'opportunità di studiare all'estero o di lavorare su progetti europei con il sostegno del programma SOCRATES[23]. Il programma TEMPUS sta ampliando gli orizzonti della cooperazione per la modernizzazione dell'istruzione superiore, dal Nord Africa alla Mongolia. E d'ora in poi l'UE intende aprirsi a tutti i paesi del mondo, nella convinzione che un'istruzione europea sia un bene prezioso, in Europa e all'estero.
In Europa i sistemi di istruzione hanno radici profonde e sono molto variegati. Nel 1976, i ministri dell'Istruzione decisero per la prima volta di istituire una rete di informazione, come base per comprendere meglio le politiche e le strutture educative presenti nei nove paesi della Comunità europea di allora. Questa scelta rispecchiava il principio che il carattere particolare dei sistemi scolastici nei singoli Stati membri dovesse essere pienamente rispettato, migliorando invece l'interazione coordinata tra istruzione, formazione e occupazione. Eurydice, la rete europea di informazione sull'istruzione, è stata varata formalmente nel 1980.
Da allora il confronto di idee e buone prassi sulla base di indagini fondate e di esperienze dirette è una componente centrale della cooperazione europea nel settore dell'istruzione. Un approccio che si è concretizzato in vari modi, dalle reti tra istituti accademici[24] alle visite di studio e a partenariati di vario genere, fino al ruolo politico assunto dall'UE per questioni centrali quali la definizione dei parametri di qualità[25] e degli obiettivi futuri[26] dei sistemi di istruzione e formazione.
Nel 1986, l'attenzione si è spostata dagli scambi di informazioni agli scambi di studenti con il varo del programma ERASMUS, attualmente ripreso dal programma SOCRATES, spesso citato come una delle iniziative di maggior successo di una Comunità europea da poco allargata a 12 paesi. Tuttavia è solo nel 1992, con la creazione del mercato unico europeo, che il settore dell'istruzione viene formalmente riconosciuto nel trattato sull'Unione europea firmato a Maastricht come un'area di legittima competenza dell'UE.
L'esperienza acquisita in un quarto di secolo è confluita nella messa a punto del programma SOCRATES, concernente tutti i settori dell'istruzione, a tutte le età e a tutti i livelli. SOCRATES è un programma di finanziamento nel quadro del quale ogni alunno, studente o insegnante può aspirare ad una borsa, anche se le domande di finanziamento di progetto non possono essere presentate a titolo individuale. Il programma è aperto ad una vasta schiera di organizzazioni dei settori pubblico e privato e alle imprese attive nel settore della formazione o interessate alla formazione e riunite in partnership internazionale. Il programma è gestito tramite agenzie nazionali presenti in ciascuno dei paesi partecipanti, il che consente di garantire un collegamento più diretto con i cittadini.
Parallelamente a questi programmi di azione, la Direzione generale Istruzione e cultura è competente per una serie di iniziative europee in campi connessi all'istruzione.
La Formazione Professionale: L'articolo 150 del Trattato CE afferma che la Comunità attua una politica di formazione professionale che rafforza ed integra le azioni degli Stati membri, nel pieno rispetto della responsabilità di questi ultimi per quanto riguarda il contenuto e l'organizzazione della formazione professionale.
Nel marzo 2000, il Consiglio europeo di Lisbona ha conferito all'Unione europea l'obiettivo strategico di divenire la società della conoscenza più competitiva e dinamica al mondo. Lo sviluppo della formazione professionale è parte cruciale e integrante di tale strategia. Al Consiglio europeo di Barcellona, nel marzo 2002, si è riaffermato questo importante ruolo e si è conferito mandato per rendere il sistema di istruzione e formazione europeo uno standard di riferimento a livello mondiale entro il 2010 e per sviluppare una più stretta cooperazione nel settore della formazione professionale (di pari passo con il processo di Bologna nel campo dell'istruzione superiore).
A partire dal 1° gennaio 2000 le competenze acquisite durante la formazione all'estero possono essere registrate in un documento personale, l' Europass-Formazione, sviluppato dall'UE nell'ambito di un'iniziativa correlata. Nel marzo 2002, in seguito alla richiesta del Consiglio europeo di Lisbona, la Commissione ha raccomandato un formato comune per i curricula vitae. Il nuovo "CV europeo" è diverso dalla maggiore parte degli altri CV in quanto pone l'accento sull'importanza dell'apprendimento non formale e informale.
In seguito all' iniziativa Bruges della Direzione generale per la formazione professionale (ottobre 2001), nel corso di una conferenza organizzata dalla Direzione Generale Istruzione e cultura della Commissione europea nel 2002 è stato avviato un processo di più stretta collaborazione nel campo dell'istruzione e della formazione professionale. Alla conferenza hanno preso parte i rappresentanti degli Stati membri, dei paesi SEE e dei paesi candidati, nonché delle parti sociali, che hanno convenuto di aumentare la cooperazione sulle questioni legate alla trasparenza, al riconoscimento e alla qualità.
Il sostegno dei governi alla cooperazione europea nel campo della formazione professionale è stato conseguito più rapidamente, e forse con più facilità, di quanto sia avvenuto nel caso dell'istruzione. Il Consiglio dei ministri ha istituito il CEDEFOP[27] (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale) nel 1975 e negli anni '80 si sono succedute numerose iniziative che hanno preceduto ciò che è ora il programma LEONARDO DA VINCI, adottato nel 1994. Scopo del programma Leonardo è contribuire all'attuazione di una strategia dell'UE per la formazione professionale.
Il programma Leonardo da Vinci è inteso a sostenere e integrare le attività intraprese dagli Stati membri, attraverso l'impiego della cooperazione transnazionale per il miglioramento della qualità, la promozione dell'innovazione e il rafforzamento della dimensione europea dei sistemi e delle pratiche di formazione. Il programma è stato progressivamente aperto alla partecipazione di 30 paesi.
La European training foundation[28] (Torino) ha iniziato le proprie attività nel 1995 quale agenzia dell'UE impegnata in oltre quaranta paesi non-UE, compresi i paesi candidati. La missione della fondazione è quella di assistere e sostenere i paesi partner nella riforma e nell'ammodernamento dei sistemi di istruzione professionale. La fondazione lavora a stretto contatto con il CEDEFOP e fornisce inoltre assistenza tecnica al programma TEMPUS[29] .
Mentre il CEDEFOP contribuisce alla sviluppo della formazione professionale nell'UE attraverso le sue attività in ambito accademico e tecnico, concentrandosi sulle tendenze, gli studi, le analisi e gli scambi di informazioni, LEONARDO DA VINCI è un programma di finanziamento grazie al quale chiunque può ricevere una sovvenzione, sebbene non siano accettate le richieste di finanziamento presentate su base personale. Il programma è aperto ad un'ampia gamma di organismi del settore pubblico e privato, nonché alle imprese attive nel settore della formazione o interessate alle questioni legate alla formazione e riunite in un partenariato internazionale. Il programma è gestito tramite agenzie nazionali ubicate in ciascuno dei paesi partecipanti, il che consente di garantire un collegamento più diretto con i cittadini.
In Europa la formazione è un settore d'attività ancora più sfuggente dell'istruzione, difficile da definire in termini di statistiche accurate e una delle missioni del programma Leonardo da Vinci è quella di "costruire un sistema d'informazione quantitativo" che garantisca "un supporto tempestivo e coerente" al processo decisionale.
Il programma sostiene la mobilità transnazionale, i progetti di collocamento e di scambio, le visite di studio, i progetti pilota, le reti transnazionali, le competenze linguistiche e culturali, nonché la diffusione di buone pratiche e la compilazione di materiali di riferimento.
GIOVENTÙ[30]: Nel corso degli ultimi decenni l'articolo 149 del Trattato ha rappresentato la base giuridica di cooperazione a livello europeo che ha consentito lo svolgimento di diverse azioni comunitarie riguardanti direttamente o indirettamente i giovani. Ciò è stato possibile nel settore dell'istruzione ma anche in quello della mobilità e dello scambio di giovani, dell' occupazione e della formazione professionale[31] o, più recentemente, in quello dell'accesso alle tecnologie dell'informazione[32] , per citare soltanto qualche esempio.
Nel 1988, l'UE ha avviato il programma Gioventù per l'Europa[33] destinato a sostenere gli scambi fra i giovani. Qualche anno più tardi, nel 1996, la Commissione ha proposto un programma d'azione comunitaria relativo a un servizio volontario europeo per i giovani[34] . Questi due programmi sono stati integrati nel programma Gioventù, che copre il periodo 2000-2006. Il programma Gioventù si propone del pari di stimolare il dibattito fra gli Stati membri nell'elaborazione di una reale politica per i giovani.
È stato infatti in esito a una vasta consultazione a livello nazionale ed europeo che è stato possibile pubblicare il Libro bianco[35] sulla Gioventù. In un'Europa allargata a 75 milioni di giovani, in età compresa fra 15 e 25 anni, caratterizzata da un'evoluzione demografica, economica e societaria che comporterà cambiamenti qualitativi e quantitativi nei rapporti fra generazioni, il Libro bianco è una risposta al profondo disinteresse dei giovani per le forme tradizionali di partecipazione alla vita pubblica e invita a un coinvolgimento attivo dei giovani europei.
Una cittadinanza attiva è possibile soltanto in un quadro istituzionale attento alle esigenze dei giovani e in grado di rispondere alle loro aspettative offrendogli i mezzi per esprimere le loro idee e per investirsi meglio all'interno delle nostre società. Al fine di aiutare gli Stati membri e le regioni d'Europa a realizzare azioni in favore dei giovani europei, il Libro bianco propone un rinnovato quadro di cooperazione. Tale quadro comporta due aspetti distinti: il potenziamento della cooperazione fra gli Stati membri e una migliore presa in considerazione della dimensione "giovani" nelle politiche settoriali.
Il Libro bianco rappresenta anche il risultato di un processo legislativo che ha visto le istituzioni europee, e il Consiglio in particolare, attive nella definizione di soluzioni come quelle relative alla partecipazione dei giovani[36], all' integrazione sociale dei giovani[37], alla partecipazione e anche alla promozione dello spirito di iniziativa[38], dello spirito di impresa e della creatività, che costituiscono insieme un elemento innovativo nella politica europea per i giovani.
Infine, in esito all'introduzione nel Trattato di Amsterdam nel 1997 della dichiarazione sull'importanza sociale dello sport[39], l'UE ha sviluppato un ruolo attivo nel settore dello sport. Questo nuovo ruolo l'ha portata a sostenere fra l'altro progetti in favore dell'integrazione dei giovani attraverso le attività sportive, la lotta contro il doping nello sport e una campagna d'informazione a livello scolastico sui valori etici dello sport.
Cooperazione con i paesi terzi[40]:  Molti paesi in tutto il mondo cercano di realizzare una cooperazione multilaterale con università e centri di formazione dell'Unione europea; quest'ultima ha già relazioni con numerosi paesi terzi nel settore dell'istruzione superiore:
gli accordi con USA e il Canada, rinnovati all'inizio del 2001 per cinque anni
il programma[41], che interessa i paesi dell'ex Unione sovietica, i Balcani occidentali e la Mongolia;
il programma ALFA (America Latina Formazione Accademica) per l'America latina.
La Commissione considera che resta molto da fare se si vuole che le università e i centri di apprendimento europei traggano il massimo profitto dall'internazionalizzazione dell'istruzione; a tale proposito essa ha presentato alcune idee in una comunicazione[42] sul potenziamento della cooperazione con i paesi terzi nel settore dell'istruzione superiore. In un contesto nel quale l'istruzione transnazionale diviene attività economica in pieno sviluppo, la strategia proposta nel memorandum concorda con le iniziative intraprese da una serie di Stati membri per sviluppare le rispettive relazioni bilaterali con paesi terzi in questo settore.
Nel marzo 2001, i capi di governo dell'UE hanno del pari, per la prima volta, adottato obiettivi comuni per i loro sistemi di istruzione e formazione e hanno deciso segnatamente di "aprirli sul mondo".
L'impulso dato alla cooperazione politica nell'istruzione è collegato anche alla preparazione dell'Allargamento. I paesi candidati (così come quelli dello Spazio economico europeo) partecipano già ai programmi LEONARDO e SOCRATES e al processo di convergenza verso uno spazio europeo dell'insegnamento superiore. La loro integrazione nella realizzazione del «programma di lavoro dettagliato[43] sui futuri obiettivi dei sistemi d'istruzione e di formazione » figura come priorità nell'ordine del giorno della riunione ministeriale di Bratislava (nel giugno 2002).



[1]Istruzione, Formazione, Gioventù: introduzione, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c00003.htm del dicembre  2004. 
[2] C.E., Direzione Generale Istruzione e Cultura, in http: //europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/index_it.htm del dicembre 2004.
[3] Articolo n. 150, in  http: //europa.eu.int/eur-lex/it/treaties/dat/C-2002325IT.003301.html#anArt150
[4] Cooperazione tra gli stati membri, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/s19004.htm del settembre 2003.
[5] Relazione sui futuri obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/cha/c11049.htm del dicembre 2003.
[6] Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11054.htm
[7] Commissione Europea, Libro Verde, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11033.htm  
[8] Parlamento Europeo-Consiglio delle Comunità europee, Raccomandazione, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11015.htm
[9] Parlamento Europeo-Consiglio delle comunità europee, Piano di azione, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11056.htm
[11] C.E., Modello europeo di Curriculum Vitae, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11057.htm
[14]Direttive comunitarie in materia di riconoscimento professionale  delle qualifiche, in http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/s19004.htm
[15] Commissione delle Comunità Europee, Piano di azione eEurope, in http://europe.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/24221.htm
[16]Commissione delle Comunità Europee, Piano di azione  eLearning, in  http://europe.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11050.htm
[27] CEDEFOP - Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11008a.htm
[28] European Training Foundation, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11906.htm
[31] Formazione professionale, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/s19002.htm
[32] Tecnologie dell’Informazione, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l24226.htm
[34] Servizio volontario europeo per i giovani, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11602c.htm
[35] Libro Bianco sulla Gioventù, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11055.htm
[37] Integrazione sociale dei giovani, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11605.htm
[40] Cooperazione con i Paesi Terzi, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/s19006.htm
[43] Programma di lavoro dettagliato, in  http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/cha/c11049.htm

Nessun commento:

Posta un commento

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale