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domenica 13 maggio 2012

Le otto competenze chiave di Cittadinanza -definizioni -

LOGICA DEL TOP DOWN
Principali Documenti normativi/ministeriali di riferimento:
D.L.vo n.112/1998
D.P.R..275 /1999
Legge 27/12/2006
Decreto del 31/07/07- Indicazioni per il curricolo
Decreto Ministeriale n.139 del 22/08/07- Allegato2
Il concetto di cittadinanza racchiude e dischiude un percorso formativo unitario teso a
raggiungere gli specifici Traguardi per lo sviluppo delle competenze, così come
chiaramente configurato nelle Indicazioni per il curricolo.
Pertanto i Traguardi si connotano come “l’indispensabile premessa per il conseguimento
delle otto competenze chiave di cittadinanza previste a conclusione dell’obbligo di
istruzione”(Nota del 31/01/2008 prot.n1296).
Conseguentemente, in una prospettiva sistemica, diacronica e sincronica, risulta agevole
richiamare, in primo luogo, la definizione generale del concetto di “competenza”. Essa
sarà seguita dalla definizione specifica di ciascuna delle suddette otto competenze.ù
L’etimologia del termine “competenza” (cum petere) rimanda al valore sociale della
collaborazione e della cooperazione: “competente” è chi si muove insieme ad altri per
affrontare un compito o risolvere un problema. Non solo.
Competente è chi si sforza di cogliere l’unità complessa del compito o del problema –
sempre parziali – che incontra nella quotidianità.
Entrambi gli aspetti richiedono il coinvolgimento continuo della persona nella sua
integralità: è competente chi è e dà sempre tutto il meglio di se stesso nell’affrontare
un compito, mobilitando la sua sfera cognitiva ed intellettuale, ma anche la sua parte
emotiva, sociale, estetica, morale, religiosa.
La maturazione delle competenze presuppone l’esistenza, nella persona, di buone
capacità potenziali.
Nella scuola le capacità personali degli alunni diventano competenze personali grazie
agli interventi di mediazione didattica che mettono l’alunno in grado di avvalersi, nelle
situazioni contingenti, di conoscenze e di abilità.
Le competenze, allora, indicano ciò che l’alunno è effettivamente capace di fare, di
pensare, di agire, hic et nunc, nell’unità del suo essere persona, davanti alla
complessità unitaria dei problemi e delle situazioni che si trova ad affrontare e a
risolvere.
Le competenze vanno oltre l’ essere potenziale della persona, in quanto esprimono la
forma dell’ essere attuale nelle diverse contingenze date.
È compito specifico della scuola promuovere quegli interventi educativi capaci di far sì
che le capacità personali di ogni alunno/studente si traducano nelle otto competenze
chiave di cittadinanza previste a conclusione dell’obbligo di istruzione. Le competenze
chiave sono quelle di cui ogni persona ha bisogno per la realizzazione e lo sviluppo
personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
Il concetto di cittadinanza esplicato nel testo delle Indicazioni per il curricolo, sia nella
dimensione della cittadinanza attiva che in quello della cittadinanza planetaria, si
completa con la dimensione della cittadinanza “competente”, correlata alle otto
competenze chiave sunnominate.
Riflessioni
Specifiche e comuni per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione
LOGICA DEL BOTTOM - UP
• La competenza : “Imparare ad imparare” è strettamente connessa al concetto di
apprendimento significativo.
L’apprendimento è significativo se permette al discente, a colui che impara, di
afferrare il significato di quello che sta facendo, di cogliere il senso della nuova
conoscenza o della nuova abilità che va sperimentando; esso, pertanto, si pone in
posizione antitetica rispetto all’ apprendimento meccanico.
Per imparare in modo significativo, gli individui devono poter collegare la nuova
informazione a concetti e proposizioni rilevanti già posseduti. Il fatto di imparare ad
imparare fa sì che gli studenti prendano le mosse da quanto hanno appreso in
precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità
in contesti diversi.
Nell’apprendimento meccanico, invece, la nuova conoscenza può essere acquisita
attraverso la pura e semplice memorizzazione e venire incorporata arbitrariamente
nella struttura della conoscenza di una persona senza che ci sia interazione con ciò
che essa già contiene.
“Imparare ad imparare” è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare
il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle
informazioni, sia a livello individuale che di gruppo.
Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di
apprendimento e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e
la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace.
La motivazione e la fiducia, allora, diventano elementi essenziali perché una persona
possa acquisire tale competenza.
Dimmi e dimenticherò.
Mostrami e forse ricorderò.
Coinvolgimi e capirò.
Più dettagliatamente, la prima competenza chiave di cittadinanza, gettando luce
sulle altre competenze, quasi come un sorta di categoria sovraordinata,
inevitabilmente richiama i Traguardi per lo sviluppo delle competenze della scuola
dell’infanzia e del I ciclo dì istruzione per due ordini di considerazioni.
In primo luogo, in linea con l’endiade unitarietà/continuità, l’imparare ad imparare si
costruisce fin dalla scuola dell’infanzia, in un percorso di metacognizione, adeguato
all’età, che consente ad ogni bambino lo sviluppo della propria consapevolezza in
rapporto alla diversa tipologia delle esperienze che vive e delle loro potenzialità.
Inoltre, nel prosieguo della scuola primaria e secondaria di I grado, uno dei tratti
fondanti l’ambiente di apprendimento, è esplicitamente correlato alla promozione,
per ogni alunno, della “consapevolezza del proprio modo di apprendere” nella
costruzione del sapere, in contesti anche di problem solving e di complessità. E quindi
il percorso metacognitivo prosegue e si sostanzia con la riflessione da parte di ogni
alunno sul proprio stile/profilo cognitivo, sulle proprie difficoltà di rielaborazione,
sulla scelta/predilezione di mediatori attivi, iconici, simbolici, verbali, analogici,
sulle proprie difficoltà di rielaborazione, sui propri atteggiamenti verso la scuola,
sulle proprie strategie di apprendimento, sull’uso consapevole dei sussidi….Di qui la
seconda considerazione.
In linea con l’ulteriore endiade individualizzazione/personalizzazione, il percorso
metacognitivo ancorato all’imparare ad imparare, s’incardina sull’acquisizione delle
conoscenze dichiarative, condizionali (sapere) nonché procedurali (saper fare) per
tutti gli alunni che, sulla base delle proprie capacità, interessi, motivazioni,
sensibilità, con una interagente mediazione didattica, sapranno tradurre in
competenze( sapere, saper fare e saper essere). Ed il vissuto delle autentiche
relazioni educative, in una concezione incrementale degli apprendimenti, porrà una
stragrande attenzione alla guida sapiente dei docenti che si attiveranno per “aiutare lo studente a farsi carico del proprio processo di apprendimento”(cit. Lerida
Cisotto 2007).

CONTESTO DI APPRENDIMENTO-INTERAZIONI DOCENTE/ALUNNI E TRA ALUNNI
CONOSCENZE/ABILITA’ (dimensione della UNIVERSALITA’) INPUT
CENTRALITA’ della PERSONA/ALUNNO
(relazione educativa)
OUTPUT CAPACITA’ / TRAGUARDI PER LO SVILUPPO delle COMPETENZE
(dimensione della SINGOLARITA’)
CONTESTO FAMILIARE-TERRITORIALE_SOCIO-CULTURALE
“ La vita imita l’arte ben più di quanto l’arte non imiti". 

L’incessante ricerca delle neuroscienze sulle potenzialità del cervello, semplicemente
riassunta nel detto “use or lost it” (usalo, altrimenti lo perderai), ben si confà al
concetto di cittadinanza ancorato alle competenze chiave, trasversali a tutte le
discipline, da acquisire al termine dell’obbligo d’istruzione Ed infatti il quadro delle
competenze è ampio, aperto, aggiornabile ed al contempo rigoroso; si correla ad una
efficace, attenta mediazione didattica, altamente stimolante, in grado di promuovere,
fin dai primi anni della scuola dell’infanzia, scoperte, esplorazioni, sperimentazioni,
osservazioni, sollecitazioni, problematizzazioni, riflessioni … con fascino, empatia,
stupore, orizzonti di senso. In altri termini, per favorire la maturazione della” persona”
in modo armonico e globale, con un significativo sviluppo cognitivo,emotivo,
sentimentale, civico e culturale, già dalla scuola dell’infanzia si pongono” le
fondamenta” di habitus mentali flessibili, aperti, capaci di rimodulazioni di pensiero in nuovi paradigmi conoscitivi, in vista di un apprendimento continuo che possa durare per
l’intero arco della vita (lifelong learning).
Sulla base dei dati dell’OCSE-PISA nonché di eventi estremamente negativi, segnalati
dalla cronaca giornalistica e televisiva, da anni la scuola italiana perde prestigio;
nell’odierna società spesso passa l’idea che la scuola “fa chiacchiere” che servono solo a
confondere ed ad allontanare, quasi paradossalmente, i giovani dagli obiettivi reali dello
studio e dell’impegno.
Per questo, come accade in talune regioni autonome, e come possibile scelta di politica
scolastica, alla luce del principio di sussidiarietà, occorrerebbero maggiori investimenti
a livello territoriale, con il coinvolgimento sistematico e diretto di imprese,aziende, enti
locali, per un’interistituzionalità partecipata e diffusa ed una
piena valorizzazione della scuola come comunità educante che non teme, tra l’altro, la
valutazione degli stessi docenti come di ogni altro operatore.
Se lo schema delle competenze chiave di cittadinanza si configura come efficace,
ambizioso, elevato, in linea con gli obiettivi della “Strategia di Lisbona”,
inevitabilmente determina spinte verso un costante processo di miglioramento degli
standard di apprendimento, delle consuete prassi operative, delle piste di
ricerca/azione sia nella scuola dell’infanzia che nel I ciclo d’istruzione. L’intento è
volto alla progettazione di un’offerta formativa con peculiari identità che comunque
possa “inserirsi” nel contesto internazionale, nella dimensione europea e planetaria
dell’educazione.
E dunque il “disciplinamento” precoce delle conoscenze, percepibile forse nello stesso
testo delle Indicazioni, a livello di scuola primaria, quasi superando la critica di
“secondarizzazione” a suo tempo mossa, pone l’esigenza di un rinnovato impegno
deontologico, professionale e di ricerca dei docenti che nel “qui ed ora” della
quotidianità della didattica, nel progettare le attività di apprendimento, sappiano
costantemente proporre efficaci azioni didattiche in linea con il conseguimento degli
obiettivi formativi nei tempi adeguati, con continui bilanci partecipativi da parte degli
alunni (cosa so fare? E che cosa non so fare?...), con assetti orari attenti alle esigenze
degli alunni per consentirne l’organizzazione flessibile, con somministrazioni più
frequenti di prove di verifica omogenee scritte, con una valutazione, nel complesso,
maggiormente rigorosa e credibile, ancorata comunque ad un’integrazione di saperi e
competenze.
Ai sensi della Legge 296/06 ed a fronte dell’emanazione del Decreto n.139/07, con il
correlato Allegato 2, sarebbe auspicabile, con modalità del tutto congruenti con un
percorso formativo unitario, porre la certificazione delle competenze al termine
dell’istruzione obbligatoria anziché al termine del I ciclo d’istruzione. All’inverso, nella
scuola secondaria di I grado, dovrebbero implementarsi prassi inerenti attività di ricerca
sulla cultura valutativa. Ad esempio, le conoscenze e le abilità acquisite dagli alunni
potrebbero essere valutate in “contesti nuovi”, da “problem solving”al fine di
documentare, in modo ostensibile, il conseguimento dei Traguardi per lo sviluppo delle
competenze.
Il concetto di cittadinanza è strettamente congiunto con lo sviluppo completo della
persona, sia nella dimensione interiore (“nella costruzione del sé”), che nella
dimensione relazionale (nella costruzione “di corrette e significative relazioni con gli
altri”), nonché nella costruzione “di una positiva interazione con la realtà naturale e
sociale”.
Di conseguenza le otto competenze chiave risultano strettamente interconnesse al fine
di promuovere lo sviluppo “ pieno” ed armonico della persona sia come cittadino italiano
che europeo e del mondo.
Si configura dunque la formazione della persona in modo unitario ed integrato: una
persona che comunque sappia cooperare, che sappia compiere scelte funzionali, che
sappia dimostrare un dinamismo conoscitivo, che sappia apprendere in tempo reale, che sappia organizzare ed interconnettere le proprie conoscenze, che sappia affrontare
situazioni problematiche e complesse con adeguati ragionamenti ed argomentazioni…
Ma qual è l’orizzonte di senso del cittadino competente?
La domanda richiama in particolar modo le ultime due competenze:
“Individuare collegamenti e relazioni” ed “Acquisire ed interpretare
l’informazione”.
A tal proposito, sembra quanto mai opportuno richiamare qui la distinzione di Edgar
Morin tra informazione e conoscenza: “La conoscenza è conoscenza solo in quanto
organizzazione, solo in quanto messa
in relazione e in contesto delle informazioni…”. Il rischio che si annida dietro la
proliferazione gigantesca delle informazioni è che esse possano dar vita ad una
“semicultura” ed alimentare la falsa illusione di essere sapienti e colti, perché si
identifica questa condizione con l’essere informati e ciò impedisce di apprendere e di
comprendere in senso autentico, ovvero di compiere quello sforzo di selezione,
organizzazione ed integrazione delle conoscenze in una struttura di tipo reticolare, ove
le parti si connettono alla totalità e questa non si dà se non come interconnessione delle
parti stesse.
Le informazioni sono, sì, irrinunciabili, costituendo esse “la materia prima che la
conoscenza deve padroneggiare e integrare”. “Ma proprio in quanto materiale, (esso) è
sfuso, sciolto da legami, (e) costituisce al massimo una accumulazione di conoscenze,
magari ben distinte per settori… ma non sono pensiero autentico...
Fra le sfide della società, Edgar Morin individua il bisogno di un rapido rinnovamento
dell’ insegnamento per superare gli effetti disastrosi derivanti dalla dilagante
“compartimentazione dei saperi e dell’incapacità ad articolare gli uni agli altri””
facendo leva su una caratteristica fondamentale della mente dell’uomo, ossia la sua
“attitudine a contestualizzare e a integrare” piuttosto che a frammentare e a
disintegrare.
sappia organizzare ed interconnettere le proprie conoscenze, che sappia affrontare
situazioni problematiche e complesse con adeguati ragionamenti ed argomentazioni…
Ma qual è l’orizzonte di senso del cittadino competente?
La domanda richiama in particolar modo le ultime due competenze:
“Individuare collegamenti e relazioni” ed “Acquisire ed interpretare
l’informazione”.
A tal proposito, sembra quanto mai opportuno richiamare qui la distinzione di Edgar
Morin tra informazione e conoscenza: “La conoscenza è conoscenza solo in quanto
organizzazione, solo in quanto messa
in relazione e in contesto delle informazioni…”. Il rischio che si annida dietro la
proliferazione gigantesca delle informazioni è che esse possano dar vita ad una
“semicultura” ed alimentare la falsa illusione di essere sapienti e colti, perché si
identifica questa condizione con l’essere informati e ciò impedisce di apprendere e di
comprendere in senso autentico, ovvero di compiere quello sforzo di selezione,
organizzazione ed integrazione delle conoscenze in una struttura di tipo reticolare, ove
le parti si connettono alla totalità e questa non si dà se non come interconnessione delle
parti stesse.
Le informazioni sono, sì, irrinunciabili, costituendo esse “la materia prima che la
conoscenza deve padroneggiare e integrare”. “Ma proprio in quanto materiale, (esso) è
sfuso, sciolto da legami, (e) costituisce al massimo una accumulazione di conoscenze,
magari ben distinte per settori… ma non sono pensiero autentico...
Fra le sfide della società, Edgar Morin individua il bisogno di un rapido rinnovamento
dell’ insegnamento per superare gli effetti disastrosi derivanti dalla dilagante
“compartimentazione dei saperi e dell’incapacità ad articolare gli uni agli altri””
facendo leva su una caratteristica fondamentale della mente dell’uomo, ossia la sua
“attitudine a contestualizzare e a integrare” piuttosto che a frammentare e a
disintegrare.
Bibliografia
Edgar Morin, “La testa ben fatta: riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, Milano, R.
Cortina, 2000.
Edgar Morin, “Educare per l’era planetaria”, Armando Editore.
Edgar Morin, “Introduzione al pensiero complesso”, Sperling & Kupfer, Milano 1993
J. D. Novak, D. B. Gowin, “Imparando ad imparare”, S.E.I. Torino (trad. ital. S. Carovita 1989)
Philippe Perrenoud “Dieci nuove competenze per insegnare”, Anicia.
Jacques Delors, “Nell’educazione un tesoro”, Armando Editore
L. Corradini, W. Fornaia, S. Poli, “Educazione alla convivenza civile”, Armando Editore.
Franco Epifano Erdas, “Scuola e identità”, Armando Editore.
F. Susi, “Come si è stretto il mondo”, Armando Editore.
M. Simeoni, “La cittadinanza interculturale”, Armando Editore.
C. Brunelli, G. Cipollati, M. Pratissoli, M. G. Quagliani, “Oltre l’etnocentrismo. I saperi della
scuola al di là dell’Occidente”, EMI
F. Priore e L. Gallo, “Insegnare”, Ed. Panico.
C. Fregola, “Riunioni efficaci a scuola”, Erickson.
N. Bottani, A. Cenerini, “Una pagella per la scuola”, Erickson.
C. Cornoldi, R. De Beni, “Imparare a studiare 2”, Erickson.
Tzevetan Todorov, “Noi e gli altri”
Tzevetan Todorov, “La letteratura in pericolo”, Garzanti.
E. Damiano, “Guida alla didattica per concetti nella nuova Scuola Elementare”, Juvenilia,
Milano 1995
L. Chiappetta Cajola, G. Domenica, “Organizzazione didattica e valutazione”, Monolite, Roma
2005
L. Cisotto, “Psicopedagogia e didattica. Processi di insegnamento e di apprendimento”, Carocci,
Roma 2005.
R. De Beni, A. Moè, “Motivazione e apprendimento”, Il Mulino, Bologna
Sitografia
http://www.bambini.it
http://www.indire.it/bibl/area.htm
http://europa.eu.int/comm/employmenttsocial/workersmobility2006/partecipate it.htm
http://www.coe.int/t/dg4/education/edc/
http://ec.europa.eu/education/policies/2010/doc/keyrec_it.pdf
Filmografia
“L’anno in cui i miei andarono in vacanza” di Cao Hamburger (Scuola Sec. 1^ grado)
“11^ ora” di Nadia Conners e Leila Conners Peterson (Scuola Sec. 1^ grado)
“August Rush” di Kirsten Sheridan (Scuola Primaria e Sec. 1^ grado)
“Bee Movie” di Simon J. Smith e Steve Hickner (Scuola Infanzia e Primaria)
“Il dolce e l’amaro”, di Andrea Porporati (Scuola Sec. 1^ grado)
“ O’ Jerusalem”, di Elie Chouraqui (Docenti)
“Persepolis” di M. Satrapi e V. Paronnaud (Scuola Sec. 1^ grado)
“Piccolo grande eroe” di Christopher Reeve e Dan St. Pierre
“Lo scafandro e la farfalla” di Julian Schnabel (docenti)
“Underdog” di Frederik Du Chau (Scuola Primaria)
“La volpe e la bambina” di Luc Jacquet (Scuola Primaria e Sec. 1^ grado)

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