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lunedì 21 maggio 2012

Professione orientamento formativo e professionale: contenuti


EDUCATORE PROFESSIONALE


L’Educatore professionale è l’operatore socio-sanitario che si occupa di specifici progetti educativi e riabilitativi volti all’inserimento o al reinserimento psicosociale dei soggetti in difficoltà.
Questa figura lavora sulle persone a rischio, sugli emarginati sociali e sui portatori di menomazioni psicofisiche. In prevalenza questi soggetti sono: minori abbandonati, tossicodipendenti, alcolisti, persone in carcere, handicappati fisici e mentali e persone anziane.
In linea di massima l’Educatore professionale
programma, gestisce e verifica, all’interno dei servizi sociosanitari e nelle strutture riabilitative, interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà, coinvolgendoli direttamente insieme alle loro famiglie e alla collettività.
Egli contribuisce anche a promuovere e ad organizzare strutture e risorse sociali e sanitarie, operando nel contesto sociale dei pazienti e partecipando ad attività di studio, ricerca e documentazione. Se lavora ad esempio con minori momentaneamente allontanati da casa, collabora alla creazione di strutture predisposte ad accoglierli, come possono essere le case famiglia.
Questa figura può inoltre promuovere il riconoscimento e il dialogo tra identità culturali diverse. Negli istituti di pena definisce i percorsi rieducativi e segue il reinserimento nella società degli ex detenuti e dei detenuti in regime di semi libertà, ammessi al lavoro esterno. Nelle organizzazioni ricreative e formative realizza progetti di orientamento scolastico, di educazione ambientale, di sensibilizzazione sociale oppure di intrattenimento di bambini e anziani.


COMPETENZE
L’Educatore professionale deve avere competenze pedagogiche, sociologiche, antropologiche e mediche. Egli possiede spiccate doti relazionali e sa utilizzare le tecniche di comunicazione sia orale che ludico-espressiva, nonché quelle di comunicazione sia visiva che motoria; è poi in grado di applicare le metodologie di osservazione, di animazione e di gestione dell’equipe.
Per fare tutto ciò, questa figura deve avere una forte predisposizione al lavoro di gruppo. Egli deve infine conoscere le norme che regolano l’organizzazione sanitaria e quelle che tutelano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.


FORMAZIONE
Per svolgere questa professione è necessaria la laurea triennale per Educatore professionale, il cui accesso è programmato annualmente su base nazionale. Non è necessaria l?iscrizione ad alcun albo professionale.

CARRIERA
Nelle strutture pubbliche l’Educatore professionale, dopo aver ottenuto una laurea specialistica per acquisire competenze nei processi gestionali, assistenziali e formativi e aver superato un concorso interno, può diventare Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi.


SITUAZIONE DI LAVORO
L’attività di questa figura si svolge in strutture e servizi sanitari o socio-educativi sia pubblici che privati, in particolare presso le ASL, gli Enti locali, i Centri di formazione, le Cooperative sociali, le Associazioni educative, sociali e di riabilitazione, le Comunità alloggio, i Centri occupazionali diurni per disabili, le strutture assistenziali per anziani, i SERT (Servizi pubblici per le tossicodipendenze) e così via.
L’Educatore professionale può esercitare come dipendente o come libero professionista. L’orario di lavoro, in genere di 36 ore settimanali, è articolato in turni per garantire agli utenti la presenza continua di personale. L’Educatore opera quotidianamente con il soggetto, condividendo con lui molte ore della giornata: ciò gli consente di condurre osservazioni approfondite e di definire obiettivi e interventi educativi particolarmente efficaci.
Lo stipendio medio di un Educatore professionale oscilla fra i 16 e i 25 mila euro lordi annui.


TENDENZE OCCUPAZIONALI
Gli Educatori professionali operanti sul territorio nazionale sono più di 25 mila. La richiesta di questa figura è in crescita, soprattutto per quegli ambiti di intervento legati alla tossicodipendenza, all’handicap, alle malattie mentali oppure ai minori e agli anziani.
Questa professione è, in realtà, da considerarsi al femminile, legata, per la tipologia stessa del lavoro, al mondo delle donne, che tradizionalmente costituiscono la maggioranza nelle aree dell’educazione e della formazione. Tale situazione si prevede rimarrà costante anche nel medio/lungo periodo.

L'EUROPROGETTISTA



L’Europrogettista è l’esperto dei principali programmi europei e delle tecniche di europrogettazione, finalizzate al reperimento di finanziamenti europei ed internazionali.
L’europrogettazione si rivela come lo strumento per la mobilitazione delle risorse del territorio che stimola, negli attori coinvolti, una rilevante volontà d’investimento nell’ azione progettuale. La progettazione europea configura l’opportunità di sviluppare una cultura comunitaria, funzionale alla gestione integrata e partecipata dei processi di cambiamento.
L’Europrogettista può avere un ruolo funzionale come Tecnico europrogettista o un ruolo manageriale come Europroject manager. Il ruolo manageriale implica
competenze organizzative e gestionali, finalizzate alla realizzazione di progetti complessi a livello internazionale.
Le attività principali dell’Europrogettista comprendono:
l’ideazione del progetto e la sua condivisione tra più soggetti;
la
costruzione di obiettivi strategici e la valutazione di coerenza tra missione e progetto, promovendo fattiva collaborazione di tutti gli attori coinvolti;
la definizione formale del progetto, nonché la sua
pianificazione con l’assegnazione e l’organizzazione risorse e strumenti adeguati;
la
definizione degli strumenti, delle metodologie e dei criteri di monitoraggio e valutazione.

COMPETENZE
L’Europrogettista è una figura professionale che ha una profonda conoscenza del contesto istituzionale sociale di riferimento, con particolare attenzione alle politiche di sviluppo integrato, a quelle di sviluppo sostenibile e alle politiche di governance, intendendo con queste la volontà e la capacità di governare un territorio, o un sistema, attraverso un modello di gestione partecipata.
Le competenze riferibili all’europrogettazione rispondono alla necessità di costruire percorsi progettuali trasversali ai diversi piani (locali, nazionali e comunitari), con la creazione di un processo di partecipazione condiviso.
L’Europrogettista annovera tra le sue competenze la capacità di progettazione tecnica, l’abilità di costruire partenariati e di promuovere la progettazione partecipata di tutti gli attori coinvolti nelle attività. Per esercitare questa professione è necessario saper gestire le complessità sia di tipo tecnico che di tipo relazionale, utilizzando strumenti di ricerca-azione e di programmazione (come, ad esempio, i focus group) strumenti per la condivisione delle informazioni e la diffusione delle pratiche e delle esperienze. Sul piano delle caratteristiche personali, deve avere forti inclinazioni alla creatività e alla relazione.
Un ulteriore ed indispensabile requisito è costituito dalla conoscenza di almeno due lingue dell’Unione Europea.
FORMAZIONE
Per l’accesso alla professione di Europrogettista è richiesta una laurea in discipline umanistiche, giuridiche o economiche. Esistono alcuni master di formazione specialistica, che si fondano su metodi innovativi, fortemente coerenti con le politiche di governance e con quelle della progettazione partecipata.

CARRIERA
Il percorso di carriera per questa specifica figura professionale può evolvere dal ruolo funzionale di Tecnico europrogettista a quello manageriale di Europroject manager.


SITUAZIONE DI LAVORO
L’Europrogettista svolge la sua attività presso imprese sociali, enti di formazione e associazioni non profit, che organizzano e gestiscono attività di sviluppo sociale in ambito sia nazionale che comunitario. Può inoltre operare presso istituzioni che attivano progetti di sviluppo locale, come i comprensori di sviluppo locale, provinciale e regionale. Questa figura gode di una notevole autonomia dal punto di vista tecnico e procedurale, nell’ambito del project management e del coordinamento di attività complesse.
L’Europrogettista può essere assunto dall’organizzazione o prestare la sua collaborazione come consulente esterno. I guadagni per questa figura sono rapportati all’entità finanziaria dell’iniziativa proposta: orientativamente un Europrogettista percepisce il 3% del valore del progetto.


TENDENZE OCCUPAZIONALI
Considerando che le politiche europee sono orientate all’attuazione della governance e che la programmazione istituzionale locale ne ha assunto i principi e le metodologie, si può affermare che, nel caso dell’Europrogettista, ci troviamo di fronte ad una figura professionale emergente, caratterizzata da una forte progressione occupazionale.

IL CONSULENTE DEL LAVORO

                                               

Il Consulente del lavoro svolge una serie di attività connesse alla gestione del personale erogando servizi, soprattutto, per le piccole e medie imprese. Questa figura professionale, disciplinata dalla legge n. 12 del 1979, "Norme per l’ordinamento della professione di consulente del lavoro", può esercitare soltanto se iscritta nell’apposito albo dei Consulenti del lavoro.
Il Consulente svolge i seguenti compiti: informazione sugli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori; tenuta del libro matricola, libro paga e prospetti paga; denuncia dei lavoratori occupati agli uffici INPS e INAIL e agli uffici del Ministero del Lavoro; studio e gestione dei criteri e delle modalità di retribuzione; selezione e formazione del personale; soluzione delle controversie di lavoro.
Il Consulente del lavoro è, dunque, un professionista abilitato ad esercitare le attività appena descritte, ma l’esercizio della professione è comunque consentito anche agli avvocati e ai procuratori legali, ai dottori commercialisti, ai ragionieri e ai periti commerciali. Accade spesso, quindi, che questi professionisti affianchino, allo svolgimento delle loro specifiche attività, anche quelle di Consulente del lavoro.

COMPETENZE
Il Consulente deve possedere conoscenze generali di tipo giuridico-amministrativo e contabile, orientate in modo particolare ai temi del lavoro.
Le competenze specifiche tecnico-professionali comprendono: la capacità di interpretare le norme retributive, fiscali, previdenziali e assistenziali, relative al rapporto di lavoro; la capacità di applicare gli adempimenti previsti per legge, nonché di fornire informazioni ai clienti.
Poiché il Consulente può svolgere anche un’attività di selezione del personale, deve saper esaminare le esigenze dell’impresa, stilare un profilo e condurre un colloquio di selezione. Tra le competenze trasversali appaiono molto importanti la comunicazione interpersonale, la capacità di analisi, l’orientamento al cliente e il problem solving.


FORMAZIONE
Per esercitare la professione di Consulente del lavoro è obbligatorio il possesso della laurea (Giurisprudenza, Economia e commercio, Scienze politiche, Sociologia, Scienze economiche e marittime, Commercio internazionale e mercati valutari) o del diploma di scuola media superiore, nonché il praticantato di almeno due anni presso un Consulente del lavoro iscritto all’albo, che consenta di sostenere l’esame di abilitazione all’esercizio della professione. L’esame si svolge annualmente in ogni capoluogo di regione presso la sede dell’Ispettorato Regionale del Lavoro.
Va sottolineato che per esercitare la professione al livello prefigurato incidono notevolmente l’esperienza e l’apprendimento "on the job".

CARRIERA
E’ possibile che da posizione interna all’area della gestione delle risorse umane, l’aspirante professionista possa avviare un’attività libera come Consulente del lavoro.


SITUAZIONE DI LAVORO
Si tratta di una figura che opera come libero professionista. Durante il suo lavoro, intrattiene relazioni con i clienti e con altre figure professionali operanti in diverse organizzazioni (INPS, INAIL, ecc.). Il Consulente utilizza normalmente software specifici destinati all’amministrazione del personale.


TENDENZE OCCUPAZIONALI
Si può ritenere che i servizi offerti dal Consulente del lavoro continueranno a rimanere essenziali, in particolare, per il sistema delle piccole e medie imprese, che caratterizza la struttura produttiva italiana. Quindi la richiesta di questa figura rimarrà sostanzialmente costante
.

WEB DEVELOPER


Il Web developer, o sviluppatore web, si occupa dell’ideazione, della realizzazione, dell’integrazione e della verifica dei software impiegati in un sito o in un’applicazione web.

Negli ultimi anni le attività necessarie allo sviluppo di un sito web hanno conosciuto una notevole trasformazione. Da contenitore di informazioni essenzialmente statico, così com’era agli albori di Internet, il sito web si è oggi evoluto in un vero è proprio “motore”, capace di offrire servizi e funzionalità complesse.

Ciò che appare all’utente web rappresenta solo una piccola parte, quella visibile, della tecnologia e del lavoro necessari a realizzare il sito stesso. Se l’utente richiede, ad esempio, informazioni sul prezzo di un prodotto in un sito commerciale oppure espleta una pratica burocratica on-line in un sito istituzionale, servono meccanismi che permettano di svolgere facilmente tali operazioni: il compito del Web developer è appunto quello di implementare tali meccanismi. Per certi aspetti questa figura professionale può essere considerata come l’evoluzione dell’Analista programmatore in ambito Internet.
Il Web developer si occupa della pianificazione, della realizzazione, del collaudo e della manutenzione del sito.

Queste quattro fasi prevedono:

 
1.  la progettazione del sito dal punto di vista funzionale e la scelta delle tecnologie più adatte in termini di costi, efficienza e affidabilità;

 
2.  la programmazione effettiva delle funzionalità necessarie, in collaborazione con le altre figure coinvolte nel progetto: Web master, Web designer, Amministratore di database e così via;

 
3.  l’esecuzione di test e simulazioni per valutare la robustezza e la sicurezza delle soluzioni realizzate;

 
4.  l’assistenza e la consulenza anche per eventuali integrazioni o cambiamenti futuri.
COMPETENZE
Il Web developer è un tecnico e come tale deve conoscere l’architettura di un computer, i software di office automation, gli ambienti di rete ed i servizi Web. Egli deve inoltre saper implementare software applicativi, progettare con metodologie object oriented, creare e gestire data base. In particolare deve conoscere uno o più linguaggi di programmazione (C, C++, Java, Visual Basic, HTML, XHTML, XML, JSP, ASP, PHP, Perl, CGI, SQL, ecc.), avere basi di DBMS (Data Base Management System) e Web Security (S/MIME, PGP e SSL: protocolli sicuri di posta elettronica e accesso a Internet). Bisogna sottolineare che l’evoluzione rapida e costante delle applicazioni web impone a questo professionista un continuo aggiornamento delle sue conoscenza tecniche, sia attraverso corsi specifici che in modalità autodidattiche.

Altri requisiti del Web developer sono un buon livello di cultura generale e una discreta conoscenza dell’inglese tecnico mentre, sul piano umano, si richiedono comunicatività, capacità di lavorare in team e propensione al problem solving.


FORMAZIONE
Il Web developer ha in genere una preparazione di tipo scientifico, ottenuta attraverso un diploma tecnico oppure una laurea in discipline come informatica, matematica, fisica o ingegneria.

Uno stage di qualche mese in aziende di medio-grandi dimensioni, un master post-universitario unito a un corso per ottenere la certificazione EUCIP, possono facilitare sia l’inserimento nel mondo del lavoro che la successiva crescita professionale.


CARRIERA
Le opportunità per questa figura non si esauriscono nell’ambito tecnico: in base alle ambizioni e soprattutto alle capacità personali, è possibile in molti casi giungere a posizioni dirigenziali di grande responsabilità. Un altro sbocco possibile consiste nella creazione, grazie all’esperienza e alle conoscenze acquisite, di una propria attività imprenditoriale.


SITUAZIONE DI LAVORO
Il Web developer opera generalmente come lavoratore dipendente ed è impiegato in aziende di dimensioni medio-grandi oppure in società specializzate nella realizzazione di siti web che forniscono tale servizio all’esterno.

L’attività si svolge di norma per progetti, con costi e tempi ben definiti, la durata va dai 2-3 mesi fino a 1-2 anni per quelli più complessi e articolati. Oltre al tempo effettivo di sviluppo per ogni progetto, va calcolato anche il tempo necessario all’eventuale manutenzione e all’aggiornamento dei progetti realizzati in precedenza.

La retribuzione annua lorda del Web developer varia tra i 20 e i 40 mila euro, in base alle capacità e all’esperienza maturata.


TENDENZE OCCUPAZIONALI
Mentre fino a qualche anno fa la tendenza era quella di trasformare dipendenti già in organico in Web developer, oggi la progressiva specializzazione e le competenze necessarie a svolgere questa professione, ne favoriscono da parte delle aziende l’assunzione diretta, purché in possesso di un’ottima preparazione.


Webmarketing


Il webmarketing è una delle attività di cui si occupa il webmaster di un sito web.
 Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita e all’affermazione di agenzie di consulenza specializzate nell’applicazione delle strategie di marketing al web.
 Il Webmarketing consiste anche nel processo che ha il fine di portare il proprio sito web ai primi posti delle SERP (Search Engine Report Page indica l'elenco nel quale un dato motore di ricerca  mostra i risultati di una ricerca effettuata) allo scopo di aumentare il numero di visitatori del sito, interessarli ai contenuti specifici, e trasformarli in acquirenti.
Il web marketing, sostanzialmente, applica al web le tradizionali strategie di Marketing reinterpretandole e massimizzandone la resa. Oggi in ogni caso si preferisce pensare a strategie di Marketing che utilizzano mezzi non tradizionali, ma nati e sviluppati sulla rete.
Il webmarketing è quella parte della strategia di marketing dell’azienda che si traduce e si realizza tramite il suo sito internet ed è l'insieme delle tecniche e degli strumenti che consentono di sviluppare i rapporti commerciali (acquisti, pubblicità, vendite, assistenza alla clientela, etc.) tramite il Web.
Rientra tra le competenze del webmarketing ogni azione a pianificazione che abbia come finalità il ROI (return on investment indice di redditività del capitale investito) di un progetto ondine. L’azione si sviluppa attraverso l’ ideazione di un progetto, il coordinamento della sua realizzazione, l'analisi dei risultati, la gestione di ciò che segue la messa in opera, la sua promozione e la gestione del feedback. Ogni progetto (con obiettivi) pensato per la rete deve essere coordinato da un piano di webmarketing.
Spesso si confonde il webmarketing con la semplice promozione o pubblicità di un sito in Internet. In realtà così come l’ advertising tradizionale è uno strumento gestito dal piano di marketing, la campagna di advertising tramite banner(forma pubblicitaria) e link pay per click è organizzata e gestita all’interno del piano di webmarketing.




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