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lunedì 29 aprile 2013

La consulenza pedagogica: destinatari e tematiche

La consulenza pedagogica esprime la competenza pedagogica all’interno della relazione di consulenza professionale.
Il pedagogista offre quindi consulenza relativa a temi specifici che riguardano lo sviluppo e la crescita, l’insegnamento quindi; la genitorialità e il rapporto di coppia, affido e adozione;maltrattamento ed abuso su minori; l’orientamento formativo e lavorativo;la formazione; la terza età;  disabilità ,disagio marginalità e devianza, minorile e in età adulta; consulenza tecnica d’ufficio nei tribunali (C.T.U.)
La CO.P.(consulenza pedagogica online o in presenza) verte su tematiche relative all’insegnamento e quindi riconducibili a:
Difficoltà nell’insegnamento con alunni disabili
Difficoltà di insegnamento con alunni problematici ( Iperattività, ansia,aggressività,)
Difficoltà di comunicazione con genitori
Difficoltà di comunicazione fra colleghi(  divergenze di idee ma anche mobbing)
Difficoltà di relazione con il Dirigente
Bisogno di rinnovarsi, di mettersi in discussione
Le difficoltà maggiori si riscontrano con gli alunni portatori di handicap, o con difficoltà marcate nello studio, soprattutto se non  supportati da un insegnante di sostegno, la cui presenza assicura allo studente il rispetto dei propri tempi e l’attivazione di strategie pertinenti alla difficoltà e conseguentemente la possibilità di lavorare con la classe senza che il proprio deficit condizioni la relazione o limitandone al minimo gli effetti. Al docente, in ogni caso, occorrono competenze relative ai problemi dell’apprendimento e del comportamento, più diffusi nell’utenza scolastica.
Vediamo quali:
Dislessie, disortografie, discalculia
D.D.A.I.(Disturbo da deficit dell’attenzione e iperatività)
Autismo
Cerebropatie di varia  gravità ( disabilità di varie funzioni)
Ritardo mentale di varia entità
Malattie del metabolismo ( diabete infantile, obesità)
Sindrome di Gilles del Tourette (tic ed emissione involontaria di suoni)
Difficoltà di apprendimento e di relazione imputabili ad uno stato di timore/timidezza
Il linea generale al docente occorre sviluppare una competenza e delle abilità relative alla gestione del dolore fisico e mentale:da quello dell’alunno, degli alunni e di quello personale a quello dei genitori e degli altri colleghi.
Gli alunni portano a scuola i loro vissuti: perdite, abbandoni, lutti, separazione dei genitori, sono tutti eventi che l’alunno porta con sé e condizionano pesantemente non solo il suo rendimento scolastico ma creano un sottosistema di sofferenza gravitante di satelliti(altri alunni o colleghi o personale ausiliario) che va opportunamente gestito
La Co.P. ai docenti fornisce veri e propri spunti operativi relativi a:
Progetti Educativi attuati o da attuare
Sostegno ad idee innovative di didattiche sperimentali
Informazione e aggiornamento attraverso periodici del settore
Coinvolgimento in Mailing List a tema in cui la circolazione di idee è su larga scala
Consulenza tecnica su tematiche specifiche
Indirizzi di siti su cui potere effettuare ricerche
Bibliografie
Nella consulenza rivolta ai genitori occorre tenere conto di due modalità di approccio, destinate a problematiche diverse.
La mediazione familiare infatti è rivolta alla coppia e alle problematiche che nascono nella relazione, con l’obiettivo di facilitare il passaggio attraverso separazioni o divorzi
La consulenza familiare è rivolta alla famiglia in generale
Con il tutoring si intende un attività di sostegno e guida a soggetti in formazione o aggiornamento e quindi anche a professionisti che vogliono ampliare le proprie competenze
Il tutoring quindi può esprimersi anche come orientamento professionale, confronto e verifica della preparazione e dell’esperienza acquisita, supervisione e training di formazione
La consulenza pedagogica agli alunni è diversa , nell’approccio, se riguarda alunni di varie età
Con gli adolescenti infatti è possibile un approccio discorsivo; con i più piccoli sono indicati contesti operativi strutturati in rapporto al problema: attività di gruppo (teatro) o individuali se riferite al trattamento di un disturbo della letto-scrittura, ad esempio
I disagi più frequentemente riscontrati riguardano:
Difficoltà nello studio
Difficoltà nella relazione con i docenti, con i pari, con i genitori
Difficoltà nella gestione delle emozioni, proprie ed altrui
Difficoltà derivate da un handicap di cui si è portatori
Comportamenti a rischio
Problemi con il cibo e l’immagine corporea
Stati di stanchezza, apatia, indifferenza fino al disagio esistenziale



Aspetti professionali: come trattare ogni membro del gruppo



PICCOLA GUIDA PER TRATTARE OGNI MEMBRO DEL GRUPPO SECONDO LA SUA PERSONALITA'
Quello che fa domande
Ti vuole mettere in imbarazzo o vuole semplicemente il tuo parere; tenta di far appoggiare da te il suo punto di vista. Gira le sue domande al gruppo. Non risolvere tu i suoi problemi: non prendere partito circa le questioni che ti pone.
Il litigioso
Ama ferire gli altri oppure ha dei motivi legittimi di lamentarsi. Resta calmo. Digli che tratterai volentieri i suoi problemi privatamente. Trincerati dietro la mancanza di tempo.
Il cavilloso
Gli piace cavillare su un nonnulla o fare opposizione per il gusto di farlo; può essere d'indole buona ma reso acido da preoccupazioni personali. Cerca  di  utilizzare ciò che c'è di buono nei  suoi  interventi,  poi parla d'altro. Non irritarti. Serviti delle sue domande  opponendogli, nel caso, il parere contrario del gruppo. Parlagli poi in privato.
Il fissato
Ha delle idee fisse e vi torna sopra senza posa. Quando è lanciato è difficile fermarlo. Riportalo in argomento. Approfitta delle idee interessanti che può esprimere. Cerca di capirlo. Da trattare con i guanti.
Lo svagato
Distratto, distrae gli altri. Può centrare l'argomento o fallirlo completamente. Interpellalo a proposito di una questione facile, diretta, chiaramente definita. Riprendi l'ultima idea che il gruppo ha espresso per chiedere il suo parere.
Il superuomo
Tratta il gruppo dall'alto in basso. Difficile da integrarsi. Non  urtare la sua suscettibilità. Non criticarlo. Se sbaglia,  utilizza la tecnica dubitativa: "Si, ma.....".
L'ostinato
Ignora  sistematicamente il punto di vista degli altri ed il tuo.  Non vuole imparare nulla dagli altri. Digli che esaminerai con piacere  il  suo problema da solo a solo.
Il signor "so tutto"
Vuole  imporre  a  tutti  i costi il suo punto di  vista.  Può  essere effetti- vamente ben informato o semplicemente un chiacchierone. Fermalo con delle domande imbarazzanti. Fa' che il gruppo- in presenza di un tipo simile- non perda fiducia in se'. "Ecco una domanda intelligente. Vediamo che ne pensa il gruppo".
Il muto volontario
Si disinteressa di tutti. Si reputa al di sopra o al di sotto di tutte le questioni che si discutono. Cerca  di  destare  il suo interesse domandando il suo  parere  su  un argomento  che conosce. Sottolinea - senza esagerare- il  rispetto  che merita  la  sua  esperienza; oppure cerca di spiegargli  ciò  che  non afferra.
Il "tipo in gamba"
Sempre pronto a darti una mano. Sicuro di se. Convinto. Ti  può  essere d'aiuto prezioso durante la discussione.  Stimolalo  a dare  il suo contributo. Utilizzalo frequentemente. E non  dimenticare di ringraziarlo.
L'eterno chiacchierone
Parla un po' di tutto, tranne che dell'argomento in discussione. Togligli la parola di bocca quando sta per riprendere fiato: "Caro  X, non ti pare di essere un po' fuori tema?" Nel caso continui imperterrito, da' continue occhiate al suo orologio.
Il timido
Ha delle idee. Ma fa fatica a formularle. Rivolgigli  delle domande facili. Aiutalo. Aumenta la sua  fiducia  in se. Attira l'attenzione del gruppo sui suoi buoni interventi.

Aspetti professionali: Identikit del Formatore (Pedagogista)




“Formatore” è portatore di caos. E’ un pungolo. L’entropia di un sistema statico come quello attuale è bassa. Caos vuol dire rimescolare cose apparentemente perenni. Facendolo con energia sufficiente si ottiene una nuova possibile combinazione: non sempre migliore, ma almeno “altra”. La carte da gioco ancora sigillate sono rigidamente e razionalmente accorpate, ma per giocare bisogna metterci il caos dentro. (La legge dell’entropia è talmente affascinante che mi ha stregato.) Senza caos la mente umana ingloba come una spugna cose vecchie dentro cassetti vecchi. “Formatore” toglie la polvere e fa prendere aria.
“Formatore” non è codardo. Non si aspetta di piacere, di avere complimenti. Diventa sospettoso se viene subissato da sorrisi di ammirazione e strette di mano. Non è che non ha mai paura, è che ha coraggio, quindi osa, quindi si espone. Di-aloga. Racconta mentre ascolta. Se non piace non importa. Non è timoroso, e solo così trasmette di non avere timore. Non è importante non suscitare giudizi di sè, è importante farli esprimere e lavorarli come la creta, insieme.

“Formatore” non è in vendita. Questa cosa ha due facce di medaglia, ossia è una di quelle contraddizioni insanabili, da accettare. Da una parte senza un manipolo di formandi non c’è un formatore. E’ come la danza, non esiste senza il danzatore. Quindi nella relazione – necessaria - con un tot di persone che hanno un ruolo “dato” non c’è mai un alto gradiente di libertà, le variabili sono economiche, lavorative, sociali, politiche… troppe, per poter buttare le catene. Dall’altra parte, però, non può certo lasciare le cose come stanno, se non cambia niente dopo il suo passaggio e i “formati” (uni-formati?) tornano a casa intatti, ha venduto qualcosa, se non se stesso direttamente. E questo mestiere si chiama venditore.

“Formatore” è un extraterrestre. Nella formazione manageriale si parlava una volta della “overview”, la visione di insieme, per non cadere nella giungla dei dettagli. Ormai non basta. Un nuovo umanesimo necessita di uno sguardo sereno sulla terra intera, come farebbe un qualunque marziano. Senza questa pacatezza, silenzio, galleggiamento nello spazio, come può essere vero quello che trasmette?

“Formatore” non è un orologio. Ha tempo, ha sempre tempo. Grandi civiltà hanno partorito cose buone solo con lo scorrere degli anni, dei lustri, dei secoli. I peripatetici passeggiavano, mica correvano. Adesso la moda desidera “moduli” concisi, brevi, anzi brevissimi. Che per natura cozzano con la biochimica, la fisiologia, la bellezza e la crescita. Prova a dire a un albero di mettere su dieci foglie entro la pausa caffè delle 10,30.

“Formatore” è onesto. Quasi esagerato. Qualche volta è passato con il rosso, ma poco altro (scherzo). Sa di avere la responsabilità dell’esempio, e se sbaglia lo dice e se ne pente. Nello spazio di una sessione è come se fosse il puro succo di “tutto quello che avreste voluto sapere…”. Il fatto che spesso un formatore dica male degli insegnanti della scuola, proprio in merito allo scarso valore che danno al loro ruolo, di gente che “plasma” le menti del domani, è imperdonabile, se fa altrettanto, cioè se ne frega. Che poi le menti siano già maggiorenni non toglie nulla al fatto che la relazione è sbilanciata.

“Formatore” è un anticalcare. Scrosta, non aggiunge, pulisce le scorie, de-programma, de-struttura, così escono le cose reali. Altrimenti è un ulteriore agente inquinante. Il costo della propria (costante) pulitura non va fatturato.
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